Odi et amo. Credo sia un concetto che tutti conosciamo. Personalmente, ho sempre amato questo carme di Catullo, di cui riporto di seguito la citazione integrale:
Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.
[carme 85, Catullo]
Odio e amo. Forse chiederai come sia possibile;
non so, ma è proprio così e mi tormento.
[Traduzione di S. Quasimodo]
Odi et amo. Odio e amo. Una costante nella vita di ogni individuo. Ci pensavo un paio di giorni fa, mentre compilavo il modulo d’iscrizione della palestra. Io odio la palestra, preferisco di gran lunga la fatica intellettuale a quella fisica. Ogni volta che guardo la sala attrezzi mi sembra di osservare l’ingresso di una camera di tortura, mentre la osservo, il tapis roulant e tutti gli altri attrezzi sembrano deformarsi davanti ai miei occhi prendendo la forma di dolorosi strumenti di tortura. Sì, credo che questa immagine possa esprimere alla perfezione il mio rapporto con questo tipo di attività fisica. Eppure sto imparando ad amarla.
Quare id faciam, fortasse requiris. Forse chiederai come sia possibile. Me lo sono chiesto anche io e ho cominciato a rifletterci più in profondità. In realtà, amo la sensazione che provo al termine di questa (per me) traumatica esperienza. Amo il senso di soddisfazione che provo dopo aver terminato le mie due ore di attività fisica, quando mi pesa addosso la stanchezza del tempo appena trascorso passando da uno strumento di tortura all’altro, eppure sento di aver fatto qualcosa di buono per me stessa, di aver messo un mattoncino per la costruzione di qualcosa. Amo la percezione del mio impegno. In palestra non alleno solo il mio fisico, alleno la mia forza di volontà, tempro me stessa per il raggiungimento dei miei obbiettivi.
Lo so, forse è una metafora un po’ azzardata, eppure credo sia perfettamente attinente. Sforzare il mio fisico a fare meglio mi ricorda che devo sempre cercare di migliorarmi. Mi ricorda che ci vuole forza, tanto impegno e determinazione per raggiungere i propri obbiettivi e che ogni fatica sarà ripagata se si ha il coraggio di non mollare. Mi aiuta a prendere consapevolezza dei miei limiti e delle mie capacità, mi aiuta a ricordare che dovrò fare tanta fatica, che qualche volta i miei sogni potranno sgualcirsi, magari strapparsi, magari potrò cadere, o arrabbiarmi perché non riesco in qualcosa, ma alla fine se ci avrò messo forza e impegno nessuno potrà impedirmi di raggiungere i miei obbiettivi.
Alla fine, nonostante la fatica, la stanchezza, il sentirsi a pezzi, potrò finalmente provare quella sensazione di profonda realizzazione e di profonda stima per la persona che sono diventata. So che ci riuscirò, perché ho fiducia. Ho fiducia soprattutto nella mia forza di volontà, che non mi ha mai tradita quando ho deciso di raggiungere un obbiettivo. Ho fiducia nella mia capacità di impegnarmi e tenere gli occhi fissi sulla meta. Ho fiducia nella mia capacità di rialzarmi ogni volta che cadrò. So che potrò farmi male, so che alcune cadute saranno peggiori di altre. Ma so che mi rialzerò. Sono già caduta, ho guardato il baratro oscuro negli occhi, l’ho attraversato nonostante la paura e, alla fine, mi sono rialzata godendo della luce della luna.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior. Non so, ma è proprio così e mi tormento. Non so come farò, è vero. Ma penso che, un gradino alla volta, costruendo con pazienza e senza arrendermi, ci riuscirò. E questo progetto è il mio tormento, è vero. Mi tormento perché a volte vorrei poter fare di più. Perché a volte la mia fiducia vacilla e qualche dubbio viene a infrangere la campana di cristallo sotto cui ho messo i miei sogni in bella vista, per non dimenticarli mai. Ma ho imparato ad accettare i miei dubbi, ad analizzarli, risolverli e integrarli. Sto imparando a gioire dei piccoli obbiettivi raggiunti e a vederli come piccoli pezzi del mosaico che sto costruendo. E ogni volta che raggiungo un piccolo obbiettivo, per quanto microscopico, vedo un piccolo tassello che si aggiunge al quadro generale e mette le basi per un nuovo meraviglioso disegno.
In fondo ogni cosa funziona in questo modo nella vita, anche le relazioni. Sono un’alternarsi in crescendo di odi et amo. Per questo ho sempre ritenuto importante fissare dei punti fermi: un sogno, un progetto, un’emozione, che mi facciano da check point ogni volta che mi perdo. Per ricordarmi quanto amo il mio sogno, il mio progetto. Tanto da affrontare ogni difficoltà nonostante la paura. Perché l’amore è alla base di ogni cosa. L’amore per i nostri progetti, per le persone che abbiamo accanto e che credono in noi, ma soprattutto l’amore per se stessi.
Perciò, continuerò a odiare le cose che mi sembra mi tolgano tempo, quelle che mi creano difficoltà, quelle che mi annoiano, ma continuerò a farle perché so che ogni sforzo fatto ora è un passo verso la realizzazione dei miei sogni in un futuro sempre più vicino. E poi, l’ozio è il peggior nemico di ogni sogno.
Otium, Catulle, tibi molestum est.
[…] Otium et reges prius et beatas
perdidit urbes.
[parte del carme 51, Catullo]
L’ozio, Catullo, ti danneggia.
[…] L’ozio, anticamente, ha mandato in rovina
re e città.